<h2 class="wp-block-heading"><strong>La batteria del portatile non carica più&#8217; o non tiene la carica</strong></h2>



<div class="wp-block-image wp-image-458 size-large is-style-rounded"><figure class="aligncenter is-resized"><img src="http://blog.giotech.net/wp-content/uploads/2017/03/IMG_20170322_173425-1024x768.jpg" alt="batteria scoppiata batteria del portatile" class="wp-image-458" width="415" height="311"/><figcaption>batteria scoppiata</figcaption></figure></div>



<p>Da qualche giorno mi si staccano le viti del portatile da sole , il touch pad e&#8217; un po&#8217; alzato e il computer dopo un po&#8217; si spegne.</p>



<p>Chissa&#8217; come mai &#8230;</p>



<p>Ebbene si , anche le batterie scoppiano come si puo&#8217; vedere nella foto qui sopra. In realta&#8217; non scoppiano ma si gonfiano. Scopriamo perche&#8217;.</p>



<p>Le batterie agli ioni di litio si trovano in tantissimi prodotti elettronici, non ultimi gli smartphone. Non si tratta però della forma più sicura per immagazzinare l&#8217;energia, perché come spesso riportano le cronache tecnologiche le batterie confezionate malamente o realizzate risparmiando sui costi possono rompersi, gonfiarsi o peggio ancora esplodere.</p>



<p>Recentemente è stato fatto molto lavoro sui materiali delle batterie, ottenendo densità energetiche più alte che in passato. Il problema è che i materiali che compongono queste batterie si degradano rapidamente. La teoria sul loro funzionamento è nota, ma all&#8217;ETH di Zurigo hanno deciso di andare oltre in modo da vedere, per la prima volta, che cosa succede esattamente all&#8217;interno degli elettrodi. Un passaggio necessario per spianare la strada alla scoperta di soluzioni che superino il problema. Lo studio è stato pubblicato su journal Science.</p>



<p>Per il loro studio i ricercatori hanno usato un TOMCAT (non il caccia, bensì un microscopio), installato allo Swiss Light Source, che permette l&#8217;acquisizione di immagini a raggi X ad alta risoluzione che possono essere assemblate in un filmato tridimensionale.</p>



<p>Particelle di un elettrodo di ossido di stagno che sperimentano cambiamenti strutturali durante la carica e la scarica.<br>Gli studiosi hanno registrato oltre 15 ore di funzionamento degli elettrodi, raccogliendo immagini molto chiare. Per prima cosa gli elettrodi in ossido di stagno si espandono durante la carica grazie a un influsso di ioni di litio. Quell&#8217;influsso indotto aumenta in volume e si rivela essere una causa irreversibile di danno, perché forma delle fratture all&#8217;interno delle particelle degli elettrodi.</p>



<p>Martin Ebner, uno degli autori dello studio e dottorando all&#8217;ETH Zurigo, ha dichiarato in un comunicato stampa che la formazione delle fratture non è casuale; si formano in punti dove esistono già dei difetti. Le immagini della tomografia hanno dimostrato che nella fase di scarica il volume dell&#8217;elettrodo decresce, ma le fratture ne impediscono il ritorno allo stato iniziale. L&#8217;immagine che vedete in alto mostra le particelle di ossido di stagno subire la deformazione strutturale durante la carica e la scarica.</p>



<p>Nello specifico l&#8217;elettrodo che hanno analizzato era di 50 micrometri. Durante la carica si è espanso di più del 100%, raggiungendo i 120 micrometri; tuttavia durante la scarica non è più tornato ai 50 micrometri di partenza bensì si è fermato a 80 micrometri.</p>



<p>La frazione nel volume medio delle particelle, nel frattempo, è diminuita a un livello inferiore rispetto a quella di partenza, e questo secondo i ricercatori implica che il legame polimerico tra le particelle e la matrice conduttiva è distorto dopo una sola carica, e non è ottimizzato per grandi espansioni di volume. &#8220;Questa distorsione della matrice conduttiva, insieme alla frattura delle particelle, è nota per disconnettere elettricamente le particelle dal resto dell&#8217;elettrodo portando a una perdita di capacità&#8221;, scrivono i ricercatori.</p>



<p>Questa tecnica di indagine può essere eseguita anche con altri materiali e questo potrebbe portare a una migliore progettazione delle batterie. &#8220;Visualizzare le batterie in funzione era essenzialmente impossibile fino ai recenti sviluppi nella tomografia a raggi x&#8221;, ha dichiarato Vanessa Wood, sempre dell&#8217;ETH Zurigo. I ricercatori concludono sottolineando che &#8220;la quantità di immagini tridimensionali della litiazione delle particelle introdotta da questo studio fornirà i dati sperimentali necessari a comprendere le complesse interazioni elettromeccaniche e meccaniche nel silicio e in altri materiali&#8221;.</p>



<p>Infine questa tecnica potrebbe essere usata per ottenere informazioni chimiche essenziali. Ad esempio si può analizzare la composizione chimica nell&#8217;elettrodo della batteria per osservare le differenze nelle dinamiche di litiazione a livello di singola particella e confrontare quanto riscontrato con il comportamento medio di una particella. Questo approccio è essenziale per capire l&#8217;influenza della dimensione e della forma della particella, nonché l&#8217;omogeneità dell&#8217;elettrodo sulle prestazioni della batteria.</p>



<p>Detto questo , forse e&#8217; il caso di sostituirle ogni tanto per evitare di perdere sia la batteria sia il dispositivo. Sicuramente una batteria costa meno dell&#8217;apparecchio elettronico in cui e&#8217; inserita. un po&#8217; di manutenzione non guasta mai.</p>



<p>Se ci portate il vostro dispositivo elettronico mobile possiamo fare una verifica nei nostri laboratori e nel caso un preventivo per la sostituzione della vostra Batteria del portatile o del telefono cellulare o del tablet.</p>