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Fatturazione elettronica

Fatturazione elettronica

fatturazione elettronica

fatturazione elettronica: agenzia delle entrate risponde alle domande dei commercialisti.
Martedì 15 gennaio il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili ha organizzato un evento presso la sua sede romana per fare un primo bilancio sulla fattura elettronica a due settimane dal debutto, un botta e risposta tra i consiglieri del CNDCEC e i rappresentanti dell’Agenzia delle Entrate ha anticipato i chiarimenti che il documento riporta in maniera puntuale.

Il documento La fatturazione elettronica tra privati – Le risposte dell’Agenzia delle Entrate ai quesiti posti dal Consiglio Nazionale dei Commercialisti,

elaborato dal CNDCEC sulla base delle risposte ricevute dall’Agenzia delle Entrate e pubblicato il 17 gennaio,

può fungere da bussola per orientarsi in questo periodo di transizione ma anche per approfondire alcuni casi particolari che prende in esame.

Le informazioni sono organizzate per macroaree: per ognuno si approfondiscono diversi aspetti specifici e si chiariscono i dubbi sollevati dai commercialisti.

Nelle 20 pagine i contenuti sono organizzati in nove punti:

  • contenuto;
  • emissione e ricezione;
  • conservazione;
  • QR code;
  • obblighi invio dati per dichiarazione precompilata;
  • spese per carburanti;
  • rapporti con l’estero;
  • portale Fatture e corrispettivi;
  • deleghe.

Fattura elettronica: i dubbi e le risposte a 15 giorni dal debutto

Nel vademecum per la fattura elettronica tra privati trovano risposta una serie di quesiti,

 su cui ci si è interrogati anche nel periodo che ha preceduto l’introduzione delle obbligo.

Il primo dubbio in termini cronologici, ad esempio, riguarda le fatture attive datate dicembre 2018, ma inviate al cliente tramite posta ordinaria o pec nei primi giorni del 2019.

L’Agenzia chiarisce che in questi casi possono essere analogiche. Se il cessionario/committente riceve la fattura nel gennaio 2019

potrà esercitare la detrazione nella liquidazione di gennaio 2019.

Altri quesiti, invece, guardano lontano: all’Agenzia dell’Entrate infatti viene data l’occasione per chiarire che, 

per un soggetto che chiude la partita IVA, la conservazione elettronica è assicurata per 15 anni.

Altre domande ancora riguardano la natura degli attori coinvolti nel ciclo attivo e passivo della fatturazione elettronica.

Si chiarisce ad esempio che le ONLUS, che hanno solo il codice fiscale per poter ricevere le fatture passive dai fornitori e non hanno Partita IVA,

non possono registrare il loro indirizzo telematico sul portale Fatture e Corrispettivi 

ma potranno ricevere le fatture elettroniche comunicando una pec o un codice destinatario.

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